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Il fiume è sempre stato un ambiente ostico da affrontare: è un habitat naturale, spesso inaccessibile, che mantiene le proprie caratteristiche da decenni. In Italia i luoghi più rinomati per la pesca delle nostre baffute sono senza dubbio il Po ed i suoi affluenti, l’Arno ed il Tevere. Anche se applicabile in tutti i campi, per esperienza personale si limiterà il discorso alla regione Toscana, precisamente nei fiumi Arno, Serchio ed Elsa.

In genere il fondale spesso presenta caratteristiche diverse anche in zone molto vicine fra loro, zone a maggiore corrente avranno fondali più duri, al contrario, nelle zone in prossimità di anse, con corrente lenta, potremo avere una deposizione di sedimenti ed un fondo morbido. Per ricercare i nostri spot dovremo faticare, evitare di fermarci alla prima posta libera che capita e prestare molta attenzione alla corrente, alla presenza di eventuali legnaie ed alla conformazione del fondale. Il consiglio generale è quello di cercare punti dove la corrente non sia troppo forte ed il fondale non sia morbido. Molto spesso le zone di alimentazione della carpa coincidono con legnaie situate in punti di fondale duro.


Una volta individuato il nostro spot dovremo creare un vero e proprio punto di alimentazione, le carpe non conoscono bene le boilies, ragion per cui dovremo dare via libera (almeno inizialmente) alle granaglie, da prediligere le tigernut miste a mais, che ci permettono di difenderci un minimo da pesci gatto e tartarughe.
La pasturazione dovrà essere abbondante ed effettuata a giorni alterni, introducendo gradualmente le boilies. Nelle zone individuate l’alimento non dovrà mai mancare per almeno 1 o 2 settimane, in modo da far sostare i branchi di carpe in spostamento lungo il corso. Generalmente l’estate è il periodo peggiore per pescare a causa delle alte temperature e della presenza di pesci gatto e tartarughe.


L’autunno può dare buoni risultati se non sono presenti variazioni altimetriche dell’acqua, difatti causerebbero soltanto la dispersione della pastura e renderebbero l’acqua torbida.
L’inverno è un buon periodo per la pesca in fiume, al contrario di quanto si pensi le carpe rimangono più attive rispetto al lago, la forza della corrente impone loro di muoversi continuamente per contrastarla portandole per ovvie ragioni ad alimentarsi. In questo periodo è da preferire una pasturazione continua in quantità esigue, non saranno presenti infatti i pesci di disturbo che ci sono in autunno ed estate.
La primavera è il periodo migliore (almeno in Toscana) per la pesca alle carpe in fiume, prima della frega la carpa necessita di alimentarsi e nel periodo di marzo/aprile l’attività dei pesci gatto è ridotta a causa della temperatura sempre bassa dell’acqua.


Via libera a pasturazioni prolungate nel tempo eseguite a giorni alterni. Se correttamente eseguita il fiume saprà regalarci numerose catture giornaliere indipendentemente da cosa verrà innescato (granaglie, affondanti, bilanciate), poiché il passaggio di branchi di carpe è molto frequente. La scelta del piombo è direttamente proporzionale alla forza della corrente, da preferirsi piombi agganciati con la clip con grammature che possono variare dai 70/80grammi per la pesca sotto sponda, fino a 200/300grammi per la pesca in zone centrali ed opposte con corrente elevata.

Seguendo i dovuti accorgimenti e dedicando molto tempo al nostro spot sarà possibile ottenere risultati inaspettati, i pesci di fiume hanno infatti un’energia pazzesca e le partenze faranno balzare via le canne dai picchetti.

Alessio Zanaboni – Noi Siamo Pescatori

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