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La Ricerca dello Spot

L’inverno è ormai alle porte e con esso si avvicina anche la migliore stagione per praticare l’eging, il cosiddetto “spinning ai cefalopodi”. Questo approccio, se ben studiato, può regalare bellissime emozioni in termini di catture. Questo sarà il primo di una serie di articoli nei quali cercheremo di dare una buona guida iniziale a tutti coloro che si vogliono avvicinare a questa splendida tecnica.  

Quando si parla di eging, l’elemento più importante di tutti, prima ancora di attrezzature e movimenti vari, è senza ombra di dubbio lo spot. Infatti, un buon sopralluogo prima della nostra battuta di pesca potrà regalarci grandi soddisfazioni, anche se non si è ancora completamente padroni della tecnica.

Tuttavia la domanda può sorgere spontanea: “come faccio a riconoscere un buon posto da eging?”

Che sia con Google Maps o con una passeggiata sul litorale, la prima cosa da individuare in un potenziale spot è la presenza di mangianza. Le seppie, ma soprattutto i calamari, durante la stagione invernale si avvicinano alle coste per l’accoppiamento; dunque avranno bisogno di una maggiore disponibilità di cibo. Che siano latterini o piccoli cefali essi attaccheranno tutto ciò che gli potrà dare energia e resteranno in quel luogo finché non ci sarà più cibo.

La mangianza può essere individuata semplicemente guardando la superficie dell’acqua o magari parlando oppure osservando qualche pescatore del posto. La tipologia di mangianza da ricercare va tuttavia relazionata con il tipo di cefalopode che si desidera insidiare. La seppia infatti, stando a stretto contatto col fondo, cercherà prede come gamberetti, donzelle, piccole triglie e granchietti.

Differente è il calamaro che può arrivare a mangiare davvero di tutto, bensì prediliga latterini, cefaletti e sugarelli. Altro importante fattore da tenere in considerazione è la tipologia di fondo su cui andremo a pescare, non solo per la probabile perdita dei nostri egi, ma soprattutto per la presenza delle nostre prede. Gli spot preferiti dai nostri cefalopodi sono prevalentemente spot misti con chiazze di alghe, piccole rocce e lingue di sabbia. Il luogo prediletto dalle seppie è perlopiù un fondo misto tra roccia, sabbia e ciottolame. La situazione migliora notevolmente se nello spot sono presenti chiazze di poseidonia.  

Una condizione pressoché fondamentale per trovare i calamari è l’altezza del fondo. Essi infatti raramente si troveranno in spot con colonne d’acqua inferiori di 3 mt. Le seppie invece è possibile trovarle anche in spot con pochi centimetri d’acqua.  

Dopo aver analizzato la conformazione del fondale altri importanti requisiti sono dettati dalle condizioni meteorologiche. Prima di tutti per importanza è la temperatura dell’acqua che dovrà essere sufficientemente bassa (minore all’incirca di 17-18°C), perché i cefalopodi non avendo sangue non risentiranno del freddo come i pesci.

La seconda condizione da ricercare nell’eging è la limpidezza dell’acqua. Infatti il più delle volte un mare troppo torbido renderà difficile le nostre catture. Non si parla ovviamente di mare mosso, ma soltanto di visibilità dell’acqua. Infatti le catture dei cefalopodi avvengono indistintamente sia a mare calmo che agitato.

Infine l’ultimo fattore da tenere in considerazione è la presenza di luci artificiali, come ad esempio quelle delle banchine dei porti, che attireranno mangianza attrattiva per i cefalopodi. Non saranno tuttavia sporadici gli incontri in luoghi privi di ogni fonte luminosa, d’altro canto nella pesca si sa: nulla è scontato!

Samuele – Noi Siamo Pescatori

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