
La pesca all’inglese è una tecnica nata negli anni 60’ in Inghilterra dal famoso pescatore Billy Lane. Questa tecnica viene praticata attraverso l’utilizzo di canne molto sensibili, con un’azione parabolica e con mulinelli di capienza intermedia.
Viene praticata in tratti di fiume in cui è assente la corrente, in laghi di medie o grandi dimensioni o in mare. L’obiettivo della tecnica è quello di pescare a grandi distanze con fili sottili. I galleggianti piombati ed i fili sottili consentiranno di pescare anche in presenza di forte vento.
Per presentare l’esca nel migliore dei modi, nel caso in cui ci sia una profondità relativamente bassa, possiamo anche evitare di fare alcuna piombatura aggiuntiva. Al contrario, se lo spot è caratterizzato da una profondità elevata, allora ci sarà necessità di “aiutare” l’esca a scendere più velocemente. Difatti il concetto di questa tecnica è di presentare al pesce una lenza molto leggera a grandi distanze.

Una volta entranti in pesca, si dovrà iniziare a pasturare con sfarinati o bigattini e soprattutto con l’ausilio di fionde molto potenti che consentano di arrivare alla stessa distanza del galleggiante.
La ferrata dovrà essere vigorosa in modo da contrastare l’elasticità del nylon a lunga distanza.
Per la pesca all’inglese si consigliano le seguenti attrezzature descritte qui in basso:
• Canne: ad innesti con una lunghezza compresa tra i 3,90 metri e i 4,50 metri, con una grammatura compresa tra 10 e 40 grammi.
• Mulinelli: per questa pesca consigliamo mulinelli di taglia 4000 massimo 4500, ai quali serve una bobina larga. La frizione dovrà essere ben tarata al fine di gestire al meglio le fughe del pesce.
Matteo – Noi Siamo Pescatori
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