Quante volte ci siamo trovati di fronte ad una preda che, in un momento di pura fame, aveva ingurgitato la nostra esca portando con sé l’amo fino alle interiora? E quante volte ci siamo chiesti se, per rilasciare il pesce e rendere più longeva la sua vita, dovevamo tagliare o tentare di slamarlo dalle grinfie dell’amo? Dunque tagliare o slamare? Abbiamo finalmente la risposta definitiva.
Sicuramente sono molteplici le opinioni e vanno dal pescatore esperto al neofita. Intorno agli spot ne abbiamo sentite molte: “Il pesce non riesce a digerire l’amo” oppure “poi l’amo si deteriora” e ancora “ma perché rilasciate il pesce?” (quest’ultima era goliardica, lo ammetto).
Finalmente possiamo porre fine a tutto ciò, dando uno sguardo alla scienza. Due ricercatori della facoltà di Biologia Marina, hanno pubblicato nel febbraio del 2005 una ricerca basata proprio sul catch and release e le possibilità di sopravvivenza dei pesci slamati tradizionalmente e tagliando il filo. In particolare dobbiamo porre un doveroso ringraziamento a Aaron Bartholomew e James A. Bohnsack. Il primo è un Professore dell’American University of Sharjah, il secondo è il Direttore del Southeast Fisheries Science Center. Questi due cervelloni hanno fatto una vera e propria ricerca (che puoi scaricare gratuitamente cliccando qui), sulla domanda che attanaglia i pescatori di ogni luogo.
Ma cosa ci dicono i risultati? La ricerca è stata condotta su un particolare tipo di Pagro, il Pagrus Auratus, ovvero il Pagro Rosa. Di tutti i pesci rilasciati con l’amo conficcato (dunque tagliando la lenza all’altezza della bocca), ne è sopravvissuto il 77%! E ci dicono ancora di più: la maggior parte di essi ha perso l’amo entro 9 giorni dal rilascio!
Poi la ricerca è volta sulle Lampughe. Ebbene hanno dimostrato una sopravvivenza dell’85% e dopo quasi un mese, tutte le prede avevano perso l’amo. Lo studio non si ferma qui! Su 50 Lucci rilasciati con un artificiale al proprio interno, ne sono usciti indenni 49! Potete trovare comunque tutte le caratteristiche dello studio originale nel link sopra.
A prescindere dagli studi scientifici, che comunque apportano sempre un notevole contributo alla conoscenza in tutti i campi, Noi di Noi Siamo Pescatori consigliamo sempre l’utilizzo di ami senza ardiglione, nel catch and release. E dove possibile l’uso di componenti biodegradabili.
Adesso finalmente possiamo dichiarare chiuso il dibattito, rilasciare il pesce con l’amo in bocca, non mette a rischio la vita della nostra preda, che un giorno ci ringrazierà!
Giuseppe – Noi Siamo Pescatori
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