I laghetti d’irrigazione sono stati creati negli anni 80/90’ nelle pianure interne con lo scopo di riuscire ad irrigare i terreni agricoli; si tratta di ambienti artificiali, caratterizzati da basso fondale spesso melmoso e da numerose specie ittiche che nel corso degli anni hanno raggiunto l’equilibrio.
Il cibo naturale spesso non è presente in grandi quantità come accade nelle cave più grandi, portando carassi e tartarughe a farla da padroni. Si tratta di un ambiente difficile per la cattura delle nostre baffute, sia perché il pesce di disturbo spesso è prevalente, sia perché le carpe sono abituate ad alimentarsi esclusivamente con alimenti naturali, rendendo vano ogni nostro tentativo di pescare con le boilies.
Scordiamoci quindi l’utilizzo delle nostre palline colorate, almeno nella fase iniziale, prendendo maggiormente in considerazione le granaglie, fra cui mais, canapa, tigernuts e fioccato.
Il primo passo da fare per affrontare una battuta del genere sarà l’osservazione degli spot; arrivare la mattina presto ci permetterà di individuare salti e rullate dei pesci che solitamente avvengono a ridosso di ostacoli e legnaie sommerse.
Ricordiamo che non sempre sono presenti ostacoli in tali ambienti, motivo per cui cercheremo di individuare i nostri spot facendo plumbing (sentire dove il fondo è duro) o utilizzando un ecoscandaglio montato su barchino. Ottimi posti dove calare le nostre canne sono le zone a ridosso di algai e legnaie, cercando di pescare marginalmente e staccati almeno di un paio di metri, da non sottovalutare inoltre zone di variazione dell’altezza del fondale (i cosiddetti scalini).
Una volta individuati gli spot cercheremo di effettuare una pasturazione mirata e concentrata, evitando di lanciare grandi quantità di granaglie; è preferibile l’utilizzo del barchino e del cucchiaione, lasciamo quindi in borsa lo spomb che ritengo poco adatto per luoghi molto naturali.
Il segreto per la cattura in questo ambiente è la dimensione dell’esca, il nostro rig di dimensioni contenute si dovrà presentare in modo del tutto naturale, saranno da prediligere fake corn e fake maggot, magari alternati all’utilizzo di un chicco vero per bilanciare l’innesco. Pescare con una boilies di 20mm ci farà passare la giornata senza sentire mai suonare l’avvisatore poiché le carpe nei laghetti d’irrigazione sono sospettose ed introdurre un alimento nuovo ci porterà inesorabilmente a cappottare.
Una volta calate le canne e pasturato sarà necessario attendere, i fake corn non verranno staccati dal pesce di disturbo, ragion per cui non dovremo rilanciare spesso le canne.
La pasturazione, come detto in precedenza, dovrà essere mirata e concentrata sugli inneschi, evitando di lanciare spesso per non creare rumori in acqua.
La scelta del rig e delle attrezzature sarà proporzionata alla tipologia di pesca, piombi leggeri (60-90gr), treccia del terminale morbida (15-25Lb) ed amo compatibile con le dimensioni dell’innesco (size 6-8).
L’approccio light e natural ci porterà più facilmente ad ottenere un risultato in questi ambienti ostici dove le taglie solitamente non sono elevate. Ricordiamo che la soddisfazione della pesca in tali luoghi è la cattura di un pesce che non è mai stato pescato prima d’ora, attrezzatevi dunque per le ripartenze sotto il guadino, saranno capaci di portarvi al cardiopalmo.
Alessio Zanaboni – Noi Siamo Pescatori
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